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dai GIORNALI di OGGIISTAT 3.000.000 di Persone non hanno i soldi per mangiare 2008-12-23 |
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito http://www.repubblica.it/2008-12-19 Istat, a ottobre i consumi degli italiani sono scesi dello 0,7% su base annua Il dato deriva da un aumento degli alimentari e da un calo degli altri Crisi, giù le vendite al dettaglio cresce solo la grande distribuzione Crisi, giù le vendite al dettaglio cresce solo la grande distribuzione ROMA - Un altro segnale della crisi. Si compra di meno nei piccoli negozi, sempre più in difficoltà; solo la grande distribuzione regge al calo delle vendite con una crescita degli hard discount. E' quanto si evince dai dati dell'Istat diffusi oggi. A ottobre le vendite al dettaglio sono calate dello 0,7%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e dello 0,3% rispetto al mese precedente. Il dato negativo complessivo in realtà è il risultato di un aumento dello 0,7% riguardante i prodotti alimentari e di una diminuzione dell' 1,6% relativa ai prodotti non alimentari. Segno negativo anche se si considera l'andamento dei primi dieci mesi dell'anno, che ad ottobre segna un calo dello 0,3%. Ancora una volta, come riscontrato già da tempo, a soffrire maggiormente sono i piccoli e medi negozi (-1,7%). Tiene invece la grande distribuzione ( 0,7%), che registra un risultato positivo ( 0,9%) per i supermercati e un netto incremento per i discount, che segnano un 1,9%. Analizzando le diverse tipologie di prodotti, i cali maggiori (-2,6%) riguardano le calzature, gli articoli da viaggio e l'abbigliamento. Male anche elettrodomestici, radio, tv e registratori (-2,4%) mentre l'unico segno positivo si trova nel settore dell'informatica, delle telecomunicazioni e della telefonia con un 1,7%. Flessioni più contenute invece per gioielli, orologi e prodotti farmaceutici. Bisogna considerare comunque che il dato diffuso oggi dall'istituto di statistica si riferisce "al valore corrente delle vendite" e incorpora quindi "la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi", ossia l'inflazione, che a ottobre è stata del 3,5%. All'inizio del mese anche la Confcommercio aveva registrato un calo dei consumi con dati ben più cupi, segnalando ottobre come l'ottavo mese col segno negativo. (23 dicembre 2008) Scrivi un commento
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito http://www.unita.it2008-12-23 Istat, tre milioni di italiani non hanno soldi per mangiare Vai in fondo alla pagina per inserire un commento: è necessario registrarsi.
Peggiorano le condizioni di vita delle famiglie italiane. Aumenta il numero di quelle che non arrivano a fine mese. Si allarga il divario tra ricchi e poveri e tra gli abitanti del Sud e quelli del Nord Italia. Nel 2007 il 5,3 per cento ha dichiarato di non avere avuto risorse sufficienti per l'acquisto del cibo e il 15,4% di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. È questa la fotografia del rapporto Istat sulla distribuzione del reddito e le condizioni di vita in Italia su un campione di 20.982 nuclei familiari.
Quasi un terzo delle famiglie ha dichiarato di avere difficoltà a sostenere spese impreviste per 700 euro (32,9%), la percentuale al Sud arriva al 46,4 per cento. Il 5,3 per cento delle famiglie, sempre nel 2007, ha avuto, negli ultimi dodici mesi, momenti di insufficienti risorse per l'acquisto di cibo, l'11,1 per cento per le spese mediche e il 16,9 per cento per l'acquisto di abiti necessari. Mentre l’8,8 per cento ha avuto difficoltà a pagare le bollette e il 10,7 a riscaldare la propria casa. Nel 2006 il 50 per cento delle famiglie ha guadagnato meno di 1.924 euro al mese (meno di 23.083 euro di reddito annuo, +2,8 per cento rispetto al 2005), un valore in aumento del 2,8% rispetto all'anno precedente, più dell'inflazione che era aumentata del 2,1%.. Mentre resta alto il divario Nord-Sud e la distanza tra i ricchi e poveri nel Sud è maggiore rispetto al nord. Continua ad essere elevato il divario tra ricchi e poveri, con una forte diseguaglianza Nord-Sud, ma la distanza è più ampia all'interno dello stesso Sud rispetto al Nord. Aumenta la percentuale di chi trova difficoltà ad affrontare le spese mediche, non solo al Sud ma addirittura anche al Centro Nord. Complessivamente, al Sud il reddito mediano è di circa tre quarti del reddito del nord, e sia al Sud che nelle Isole i redditi si concentrano nella fasce più basse. La regione in cui la condizione più critica è la Sicilia, dove l’indagine Istat rileva "segnali di disagio particolarmente marcati" con il 10,1 per cento di famiglie con problemi di risorse per il cibo
mentre le regioni con la migliore situazione sono la Provincia autonoma di Bolzano e l'Emilia Romagna. Sono gli anziani soli a percepire un reddito netto meno elevato. Il 50 per cento di queste tipologie di famiglie ha avuto nel 2006 meno di 11.458 euro (995 euro al mese). In generale le famiglie con un anziano a casa percepiscono redditi meno alti. Altro dato allarmante è che le famiglie monoreddito, già le più colpite dalla crisi, arrivano ad un reddito di due terzi inferiore se a portare lo stipendio a casa è la donna e non l’uomo. D’altro canto, a proposito di fonti di reddito, il 31 per cento delle famiglie il cui reddito deriva da lavoro autonomo appartiene al quinto più ricco della popolazione, al contrario del 23,1 per cento di quelle con il reddito principale da lavoro dipendente e al 13,1 per cento di quelle che vivono di pensione. 22 dicembre 2008
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito http://www.ilsole24ore.com2008-12-19 Istat, la crisi pesa sui consumi e la spesa si fa al discount commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 23 dicembre 2008
La crisi si fa sentire sui consumi. Ad ottobre l'Istat ha registrato un calo delle vendite nel commercio al dettaglio (-0,7% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso). Un calo che ha toccato soprattuto i piccoli esercizi e soprattutto il comparto dei beni non alimentari (in calo dell'1,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), con l'eccezione di telefonia, telecomunicazioni e informatica che sono creciute dell'1,7%. A ottobre, le diminuzioni più marcate hanno riguardato i gruppi abbigliamento e pellicceria e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (meno 2,6 per cento per entrambi) ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (meno 2,4 per cento). Il settore dei beni alimentari invece è cresciuto dello 0,7%. Con un aumento soprattutto per il settore della grande distribuzione (+ 0,7 %) e, in particolare, - ulteriore segnale della crisi - delle vendite dei discount che in un anno fanno registrare un aumento della spesa dell'1,9%. Il calo pesa sui piccoli esercizi La variazione tendenziale negativa delle vendite dello 0,7% è il risultatto di un incremento dello 0,7% per le imprese della grande distribuzione e di una flessione dell'1,7% per le imprese operanti su piccole superfici (inferiori ai 400 metri quadri per gli esercizi che vendono in prevalenza prodotti non alimentari e 250 metri quadri per quelli che vendono prodotti alimentari). Nei primi dieci mesi dell'anno, il valore del totale delle vendite è diminuito dello 0,3%, rispetto al corrispondente periodo del 2007. Nello stesso periodo le vendite della grande distribuzione sono cresciute dell'1,4% e quelle delle imprese operanti su piccole superfici hanno registrato una variazione negativa di pari entità. Per quanto riguarda la dimensione delle imprese, nel periodo gennaio-ottobre il valore delle vendite è diminuito, rispetto allo stesso periodo del 2007, dell'1,8% nelle piccole imprese (fino a due addetti), dell'1,1% nelle medie imprese (tra tre e cinque addetti), mentre è aumentato dello 0,8% nelle grandi imprese (con almeno sei addetti).
L'Istituto di statistica sottolinea che i dati si riferiscono "al valore corrente delle vendite" e incorpora quindi "la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi". L'inflazione registrata a ottobre è stata del 3,5%.
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